IL SINODO E LE LETTURE BIBLICHE DEL GIORNO

Aspetto sempre con ansietà le notizie dal Sinodo e trovo che le letture bibliche del giorno mi ispirano tante cose.

Il padrone ha piantato una vigna, ha fatto una siepe, una torre di guardia, ma purtroppo i nemici hanno distrutto la siepe e la torre, hanno devastato la vigna con gran dolore del padrone. Oggi si dice (con molta ragione, da un certo punto di vista): «Bisogna fare ponti e non muri». Ma qualche volta ci vuole ancora la siepe e la torre di guardia, perché i nemici non riposano. «I teologi contribuiscono anche se creano dei rischi», è proprio vero, ma il popolo di Dio, semplice e indifeso, ha bisogno di chi lo difenda da questi rischi, specialmente oggi quando la voce contraria alla tradizione minaccia di coprire il Magistero autentico.

La lettera di San Paolo ai Filippesi ci dice di non essere ansiosi, ma di affidare ogni cosa al Signore nella preghiera. Sì, la preghiera è quella che ci ridà la pace. «Non siamo profeti di sventura», diceva l’ottimista Papa Giovanni XXIII. Specialmente nella Costituzione Gaudium et spes (ci si ricordi che, dopo le parole «gaudium et spes», seguono le parole «luctus et angor» [dolore e ansietà]), nel testo ricorre sovente il binomio del «progresso» e dei «pericoli». Il progresso, specialmente delle scienze e delle tecniche, è diventato il nuovo dio degli atei.

Dunque, preoccupazione e speranza non sono irriconciliabili. Mettiamo la speranza nello Spirito Santo, ma non facciamo l’errore di volerlo tirare dalla nostra parte, peggio, dalla parte di quelli che vogliono fare a meno del Dio vero.

Mi pare che in questi giorni, invece di dire lunghe preghiere, bisogna ascoltare le parole dello Spirito che sono così abbondanti nella Sacra Scrittura e nella Sacra Tradizione. Poi vi aggiungiamo, naturalmente, la bella preghiera «Adsumus».

A proposito di questa antica preghiera, che poi non è tanto lunga, adesso ci danno una edizione «semplificata». Non trovo più le parole «esto solus et suggestor et effector iudiciorum nostrorum» («sii tu solo a suggerire e guidare le nostre decisioni»). Adesso capisco perché ci sono quasi una sessantina di «esperti e facilitatori», perché lo Spirito Santo da solo non basta più (?!). Meno male che è rimasta l’invocazione «[fa che] in nulla ci discostiamo dalla verità» (ovviamente deve essere anzitutto la verità di fede della Scrittura e della Tradizione e non solo quella delle scienze descrittive, fisiche, psicologiche e sociologiche).

Secondo il principio della sinodalità, nessuno mi accuserà di ficcare il naso negli affari del Sinodo in corso, perché sono invitati tutti a parlare, anche quelli che non vogliono più essere riconosciuti come cristiani.

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